
Business School Italia: Delega Efficace.
Il 19 e 20 febbraio, alla Business School di Evo Imprese, si è svolta una due giorni di formazione intensiva sull’arte della Delega Efficace. Durante l’evento, i partecipanti hanno esplorato strategie per ottimizzare la gestione del lavoro, risparmiare tempo e aumentare la produttività dei team. Il programma, ricco di workshop pratici e interventi esclusivi, ha offerto strumenti concreti per migliorare le performance organizzative attraverso una delega più mirata ed efficiente.

La Delega: Un Atto di Fiducia e Crescita
Immaginate di avere un team in cui ogni membro non solo sa esattamente cosa fare, ma si sente parte integrante di un progetto più grande. Delegare, secondo Emilia Motta CEO di EVO Imprese, significa proprio questo: affidare responsabilità in modo strategico e formativo. Non è un modo per scaricare il lavoro, ma per distribuire le responsabilità in modo che tutti possano brillare, svilupparsi e, soprattutto, crescere insieme.
Le slide che abbiamo esaminato durante il corso ribadiscono questo concetto: delegare vuol dire dare il via libera al potenziale del team, trasferendo non solo un compito, ma anche l’autorità e la possibilità di prendere decisioni. È un atto di fiducia che libera il leader da compiti operativi, consentendogli di concentrarsi su visione e strategia.
Perché Delegare è Così Importante?
Delegare in maniera efficace porta con sé tanti benefici:
- Ottimizzare il tempo: Lasciando andare le attività operative, il leader può concentrarsi su decisioni strategiche e sul futuro dell’azienda.
- Sviluppare il team: Ogni compito delegato è un’opportunità per i collaboratori di imparare, acquisire nuove competenze e sentirsi maggiormente parte della squadra.
- Creare un clima di fiducia: Una delega ben fatta trasmette fiducia, motivando il team e rafforzando il legame tra leader e collaboratori.
Emilia ci ha spiegato come una delega pianificata “a monte” possa fare la differenza. Non basta dare un incarico, bisogna valutare chi nel team è il “terminal stabile”, ovvero chi è in grado di eseguire il compito in autonomia, approfondendo e dando feedback continui. Un approccio che non solo migliora i risultati, ma costruisce un ambiente di lavoro sereno e collaborativo.
I Segreti per Delegare in Modo Efficace
Durante il corso sono emersi alcuni passaggi chiave per una delega efficace:
- Pianificazione e Analisi: Prima di tutto, occorre capire bene cosa delegare. Bisogna definire obiettivi, tempistiche e standard di risultato. Se, ad esempio, il compito riguarda una campagna di marketing, è fondamentale specificare cosa si intende per “successo”: numeri, interazioni, vendite… Ogni dettaglio conta.
- Scegliere la Persona Giusta: Non è una questione di disponibilità, ma di competenza. Delegare un report finanziario a chi non ha esperienza con i numeri può portare a risultati deludenti. L’idea è di affidare il compito a chi ha le capacità necessarie per portarlo a termine al meglio.
- Comunicazione Chiara: Una volta scelto il collaboratore, è essenziale comunicare in modo chiaro ed esaustivo. Utilizzare schemi, checklist e punti di riferimento può fare la differenza, assicurando che il messaggio venga recepito correttamente.
- Supporto e Monitoraggio: Delegare non vuol dire lasciare soli i collaboratori. Occorre offrire supporto, rispondere alle domande e fissare incontri periodici per verificare i progressi. L’obiettivo è evitare il micromanaging e dare autonomia, ma con momenti di confronto programmati.
- Feedback e Riconoscimento: Infine, una volta completato il compito, il feedback costruttivo è fondamentale. Riconoscere i successi e discutere eventuali aree di miglioramento aiuta il team a crescere e a perfezionarsi per le sfide future.
La Delega: Un Cambiamento di Mentalità
Quello che Emilia ci ha lasciato in eredità è un messaggio chiaro: delegare è un’abilità che si impara e si affina nel tempo. Richiede un cambiamento di mentalità, sia per il leader che per chi riceve il compito. Non si tratta solo di gestire le attività, ma di costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca.
Quando un collaboratore si sente davvero parte integrante del progetto, è in grado di assumersi responsabilità, commettere errori, imparare da essi e, soprattutto, crescere. Questo spirito di responsabilità e autonomia è ciò che, alla fine, rafforza il team e porta l’azienda verso obiettivi sempre più ambiziosi.
In conclusione, nella nostra Business School abbiamo imparato che la delega non è solo un metodo operativo, ma un vero e proprio stile di leadership. È l’atto di affidare responsabilità, di formare talenti e di creare un team autonomo e coeso. Grazie a questa lezione, ora possiamo vedere la delega come uno strumento potente per ottimizzare il tempo, sviluppare il team e, soprattutto, per instaurare una cultura di fiducia e crescita continua.
Grazie a Emilia Motta e al suo approccio pratico e coinvolgente, siamo tutti più preparati ad affrontare le sfide del mondo del lavoro, con la consapevolezza che la chiave del successo risiede nella capacità di delegare in modo efficace.

Alla Ricerca della Nostra Essenza
Il secondo giorno di business school abbiamo aperto le danze con Alessandro Vella, business strategist del gruppo EVO. È stata una formazione molto nuova per il nostro gruppo, una vera e propria bussola che ci ha invitato a orientarci verso la parte “life coaching” e l’evoluzione dell’essere. In quell’occasione abbiamo avuto modo di immergerci in una riflessione profonda sull’identità, sull’essenza e sul potenziale che spesso ignoriamo nel turbinio della quotidianità.
Le slide di Alessandro ci hanno subito colpiti con una domanda provocatoria: “Hai delegato la tua essenza?” Questa domanda ci ha fatto riflettere su quanto, nel nostro percorso personale e professionale, lasciamo che siano gli impegni, il team o le aspettative esterne a governare il nostro agire. È un invito a ritrovare il controllo, a riconnettersi con quella parte autentica di noi che va oltre le etichette sociali e i ruoli prestabiliti.
Le 7 Funzioni dell’IO: Un Viaggio Dentro di Noi
Uno dei concetti più affascinanti proposti durante la sessione riguarda le sette funzioni dell’IO. Queste funzioni – Sensazione, Sentimento, Pensiero, Volontà, Morale, Ragione e Intuizione – rappresentano le modalità con cui percepiamo e interagiamo con il mondo.
- Sensazione: La porta attraverso cui il mondo esterno si fa percepire dai nostri sensi, il primo ingresso di realtà che ci circonda.
- Sentimento: Il processo che trasforma le semplici percezioni in emozioni, colorando il nostro vissuto con sfumature interiori.
- Pensiero: Il motore delle idee e delle risposte, che nasce da una costante domanda: “Perché?”.
- Volontà: La forza decisionale che ci spinge ad agire, trasformando le intenzioni in realtà concrete.
- Morale: Il filtro etico che orienta il nostro comportamento e le nostre relazioni sociali.
- Ragione: L’analisi critica che guida “come” e “cosa” facciamo.
- Intuizione: Quella scintilla immediata di conoscenza, che ci permette di cogliere verità al di là del ragionamento conscio.
Questa rappresentazione ci spinge a riflettere: siamo davvero noi stessi o semplicemente una maschera costruita attraverso nomi, ruoli e etichette? Le slide ci ricordano che l’IO, inteso come immagine pubblica, è solo una parte di ciò che siamo. Dietro la facciata sociale, c’è una dimensione più profonda, quella della nostra missione personale e del talento innato, definito nel materiale come il nostro “CWC” – competence without comprehension.
Dalla Competenza alla Creatività: Il Potere dell’Immaginazione
Un altro punto cruciale della formazione è il potere dell’immaginazione. Spesso, infatti, scopriamo di saper fare una cosa, ma senza comprendere a fondo il “perché” o il potenziale che questo talento può sbloccare. Alessandro ci ha invitato a non delegare mai il nostro potere di immaginare ciò che ancora non esiste nella realtà. L’immaginazione diventa così la verità della nostra anima, un invito a esplorare territori sconosciuti, a innovare e a rendere reale ciò che solo l’intuizione ci suggerisce.
Verso una Nuova Consapevolezza
Questa esperienza ci ha lasciato un messaggio forte: ritrovare la connessione con la nostra essenza significa prendere consapevolezza delle molteplici funzioni che compongono il nostro IO. Solo così potremo navigare con maggior consapevolezza il mondo degli affari e, al contempo, evolverci come individui, integrando nella nostra vita quella componente che va oltre la mera efficienza professionale. È un invito a mettere in discussione le convenzioni, a sfidare il pensiero automatico e a riscoprire il nostro talento intrinseco, quel “CWC” che ci rende unici.
In conclusione, la lezione di Alessandro Vella si è rivelata un prezioso stimolo a guardare oltre il visibile, a interrogarsi sul significato profondo della nostra esistenza e a intraprendere un percorso di evoluzione personale che si intreccia con il successo professionale. Un’esperienza che, senza dubbio, continuerà a influenzare il nostro modo di pensare e di agire, spingendoci verso un futuro in cui il business non è solo questione di numeri, ma soprattutto di anima e di crescita continua.

Gianfranco Pola: una vita tra passione, bar e Chartreuse
Ospite d’eccezione della seconda giornata della nostra Business School: Gianfranco Pola, responsabile Italia della Chartreuse. Un narratore nato, un professionista capace di trasformare un racconto di vita in un viaggio affascinante, tra aneddoti di gioventù, sacrifici, visione strategica e un profondo amore per il mondo dell’ospitalità e della distribuzione.
Una storia che parte da lontano
La passione di Gianfranco per questo settore nasce da bambino, in un piccolo paese della provincia di Cremona, Paderno Ponchielli, noto per aver dato i natali al compositore Amilcare Ponchielli. Ogni domenica, dopo la messa con il nonno, rimaneva incantato davanti alla finestra di un bar, osservando i clienti eleganti e il barista in camicia bianca, con il suo gesto sicuro e professionale. Fu lì che nacque il sogno di lavorare nel mondo della ristorazione.
La determinazione di un giovane sognatore
Negli anni ’70, a soli 14 anni, Gianfranco prese un pullman per Milano alla ricerca di un’opportunità. Senza alcuna esperienza, iniziò il suo percorso in una panetteria, portando sacchetti di pane agli appartamenti e ai bar. Un giorno, il caso – o il destino – gli fece trovare un annuncio: “Cercasi barista”. Nonostante la giovane età e l’inesperienza, la sua determinazione lo portò nel celebre Bar Magenta, dove imparò il mestiere, lavando tazzine e servendo clienti illustri. E fu proprio lì che, con un semplice gesto, ricevette una lezione di vita inaspettata: un regalo contenente una cifra considerevole e una fotografia iconica, che gli fece comprendere il valore delle connessioni umane e dell’ambizione.
Un percorso fatto di crescita e innovazione
Da quel momento, la carriera di Gianfranco Pola decollò. Ha aperto whiskerie, cocktail bar, locali di successo, e si è affermato come imprenditore e formatore di spicco nel settore. Nel 1995 è stato eletto presidente di FIPE Confcommercio, e successivamente è diventato dirigente nazionale, portando avanti la formazione nel settore dell’ospitalità e collaborando con grandi multinazionali del beverage.
L’incontro con il mondo della Chartreuse è arrivato nel 2001, quando l’azienda stava cercando un professionista per sviluppare il mercato italiano. La sua curiosità e la volontà di comprendere a fondo il prodotto lo portarono in Francia, tra distillerie secolari e cantine straordinarie. Qui scoprì un mondo affascinante fatto di erbe, distillazioni artigianali e una filosofia improntata sulla qualità e sulla tradizione.
Una filosofia di vita che va oltre il business
Gianfranco non ha solo venduto un prodotto: ha costruito una rete, una comunità di appassionati, trasformando un’etichetta di nicchia in un’icona per intenditori. Ha creato un network di “sentinelle”, persone che diffondono la cultura del bere consapevole e di qualità, riuscendo a far crescere il marchio in maniera esponenziale.
Ha viaggiato in tutto il mondo, incontrato persone straordinarie e vissuto esperienze uniche, ma la sua filosofia è rimasta sempre la stessa: le persone vengono prima del business. Per questo, la sua visione si basa sulla costruzione di relazioni autentiche, sulla formazione continua e su una profonda attenzione ai dettagli.
Il valore della perseveranza
Il racconto di Gianfranco Pola ci ha lasciato un insegnamento prezioso: il successo non arriva per caso, ma si costruisce con dedizione, passione e una grande capacità di adattarsi ai cambiamenti. In un’epoca in cui il mondo dell’ospitalità e della distribuzione è in continua evoluzione, la sua storia è un esempio di come l’innovazione e la tradizione possano convivere e dare vita a qualcosa di straordinario.
Gianfranco ci ha ammaliato con il suo carisma e la sua incredibile esperienza, dimostrandoci che dietro ogni prodotto ci sono storie, sacrifici e sogni che meritano di essere raccontati.
E la sua storia è una di quelle che vale la pena ascoltare.
Prossimi Appuntamenti: Motivazione e Gestione del Team
Il percorso formativo di Evo Imprese continua il 12 e 13 marzo 2025, con una nuova edizione della Business School, questa volta incentrata su “Motivazione e Gestione del Team”. Un’opportunità per approfondire strumenti e strategie utili a migliorare la performance e la coesione del team.
In Evo Imprese, siamo convinti che ogni incontro rappresenti un passo verso il successo e che ogni relazione porti nuove opportunità. Insieme, stiamo costruendo il futuro, trasformando la visione in realtà. Vi aspettiamo!
Contattaci ora per maggiori informazioni!
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