Il successo è la somma di piccoli sforzi, ripetuti giorno dopo giorno. Robert Collier
Attivare il meccanismo della crescita in azienda: in che modo?
Ne ha ampiamente parlato Mario Benecchi nel corso del suo intervento alla Evo Business School del 23 e 24 febbraio, sottolineando i nove i passi che un manager deve seguire per rendere grande un’azienda e raggiungere il successo.
I NOVE PASSI DA SEGUIRE PER RAGGIUNGERE IL SUCCESSO AZIENDALE
Mario Benecchi
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Guardare la cause interne - Coraggio: di fronte a un problema, generalmente, si tende a guardare le cause esterne piuttosto che quanto succede all’interno dell’azienda. Serve, per questo motivo, CORAGGIO, affinché un manager cambi punto di vista e, di conseguenza, ciò che non va in azienda;
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Uscire dalla zona di comfort - Spinta all’azione: l’imprenditore deve assumersi dei rischi, agire in tal senso per fare in modo che tutti i collaboratori d’azienda lavorino bene;
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Abbracciare il marketing - Ridondare: è fondamentale fare in modo che tutti, dentro e fuori l'azienda, abbiano chiaro i valori della stessa;
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Occuparsi degli aspetti finanziari - Attenzione: l’azienda, naturalmente, deve essere sana sotto tutti i punti di vista finanziari;
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Motivare le persone - Comprensione: un collaboratore felice di fare quello che ama, lavora meglio. Insomma “Trova quello che piace ai collaboratori e daglielo”;
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Attirare belle persone - Prima il chi: bisogna circondarsi di belle persone, per questo motivo diventa fondamentale guardare prima alla persone, poi al lavoratore. Assumere, cioè, sulla base della persona e delle sue attitudini: le competenze possono essere acquisite in seguito;
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Inseguire una vision - Grande progetto: avere un progetto da inseguire e raggiungere, un obiettivo condiviso e inseguito da tutti;
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Migliorare se stessi - Affilare la lama: bisogna migliorare non solo se stessi, ma tutti i collaboratori d’azienda.
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Fare l’imprenditore - Espandere il proprio sistema: investire nel futuro.
Seguendo il focus del successo aziendale, l’ospite d’onore Aureliano Cicala, General Manager di MSC Crociere, è intervenuto con una case history di successo riguardante il gruppo MSC.
STORIA DI UN SUCCESSO: MSC CROCIERE
Aureliano Cicala
MSC nasce come Family Company e, grazie alla gestione familiare, diviene compagnia leader nel settore dello shipping.
Per quanto riguarda il settore crocieristico, invece, è oggi il terzo marchio più grande per capacità. Attualmente, possiede diciannove navi che sono state costruite con tecnologie ambientali all’avanguardia, ma l’obiettivo è quello di raggiungere quota 23 entro il 2025, nonostante la crisi pandemica e la sfida che il grande marchio ha dovuto affrontare.
Sebbene la gente abbia smesso di spostarsi, infatti, MSC Crociere è riuscita a non apportare tagli al personale e ad organizzare voli charter per permettere ad equipaggi multi-etnici di tornare alle proprie residenze.
Investire nel futuro è, infatti, uno dei punti fondamentali per far crescere un’azienda: mentre in passato MSC Crociere lavorava principalmente nel Mediterraneo, con il tempo si è espansa, fino a raggiungere le Americhe.
MSC è, infatti, oggi, la prima compagnia di crociere in più rapida crescita al mondo.
ARCHETYPAL BRANDING
Alessandro Vella
Per far crescere un’azienda e raggiungere il successo, però, è necessario lavorare anche sul brand e sulla comunicazione.
Oggi, infatti, il mercato diventa sempre più competitivo e veloce. Per questo motivo, è sempre più difficile catturare l’attenzione dei potenziali clienti e creare una connessione profonda con il proprio target di riferimento.
Un brand, infatti, ha bisogno di una personalità forte e chiara, in modo da attivare il motore numero uno che lo differenzia sul mercato.
Per far questo, c’è bisogno di lavorare sull’archetypal branding, che è alla base dello stile di comunicazione di un brand e del modo di conquistare clienti e soddisfarne i bisogni.
Naturalmente, tutto questo serve ad incrementare anche le vendite. In che modo?
Sull’argomento si è soffermato Alessandro Vella, sottolineando che i brand, come le persone, hanno una personalità in cui i clienti si riconoscono emotivamente.
E, di conseguenza, come le persone, possono far venir voglia di star loro vicine o, al contrario, di starsene alla larga.
Ma, andando per ordine, cosa sono gli archetipi?
Essi non sono altro che attivatori di connessioni emotive che spingono i potenziali clienti ad avvicinarsi a un brand e a compiere un’azione.
I 12 archetipi di cui parlava Jung, insomma, sono “tipi di individui” portatori di caratteristiche universali in termini di bisogni, desideri, obiettivi, aspirazioni e paure.
Essi si dividono in 4 macro-categorie sensoriali che rappresentano i principali bisogni emotivi:
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Strutturazione / Stabilità;
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Indipendenza / Libertà;
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Cambiamento / Sfida;
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Appartenenza / Connessione.
Ognuna di queste categorie sensoriali comprende 3 caratteristiche che la rappresentano. Ogni caratteristica di ogni categoria sensoriale, a sua volta, ha il suo archetipo ben definito.
Trovare il proprio archetypal brading è fondamentale per trasmettere chi siamo, per far emozionare, per avvicinarci al nostro target.
D’altronde i mercati sono emozioni.
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